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      La Nazione armata, con a capo il Garibaldi, simbolo, ed espressione del popolo italiano. Via aristocratici, e tirannucci da sedici alla crazia, e voi scotete coteste vergognose some. La pazienza ha pure un confine. E sopporterete in nome di mentita libertà quello che non soffriste colla tirannide? Giù privilegi, giù tribunali eccezionali, giù ciarlatani. Libertà ed armi. Ecco le nuovità. Come le trova? Addio: saluti a tutti, e mi mandi nuove più che può e più spesso che può. Bisogna cavare fuori la spada, ed io lo faccio proprio tirato pei capelli, ma, tirata che sia, butto il fodero al diavolo. Stia sano.
     
      Affezionatissimo Amico
      GUERRAZZI.
     
     
      Al cav. Cesare Stiavelli
     
      Cecina 4 Marzo 1871.
     
      Carissimo Signore
     
      Mi trovo favorito di un suo lavoro, di che la ringrazio. L'ho letto con l'attenzione, che meritava, e mi parve ben fatto; considerandolo come saggio di cosa maggiore, se a continuare nella impresa di illustrare monumenti le basta il conforto di una mia parola, io volentieri gliene do mille. Quantunque io non ci trovassi molto a riprendere intorno alla lingua, tuttavia mi corre l'obbligo avvertirla, che parecchie locuzioni da lei adoperate non vanno immuni da vizio, e talune parole voglionsi addirittura condannare, come a mo' di esempio: "dettagliatamente". L'obbligo di scrivere netto corre a tutti, ma più a lei che a pag. 10 mi esce fuori con queste parole d'oro: "La lingua che è il primo tesoro d'una nazione, e tanto la illustra, quanto più è bella, dovrebbesi con religioso studio adoperare in ogni maniera di scritti.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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