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      Essi avevano virtù di abbattere i ceppi della umanità, e in questo pensiero esultava. Altre volte la obbrobriosa tirannide mi chiuse in carcere, e uscito fuori mi parve entrare in un carcere più grande. Che giova al prigioniero starsi nel cerchio del carcere, o di una città quando il servaggio contrista la città e il carcere? Ma adesso le porte mi vennero aperte dalle mani della libertà. Chi ha cuore di patria non settanta giorni ma settanta anni di prigionia non vorrebbe avere sofferto per vedere compiti i prodigi che avvennero nel breve periodo di due mesi? Sia pertanto lode a Dio che alfine rivolse a noi i suoi giusti occhi. Altri ambisca altri onori io mi chiamo contento di portare impresso sopra i mio volto l'ultimo sgraffio degli artigli dell'odiato dispotismo. Se quelli che leggono si sentiranno per metà commossi di quello che io fui quando scrivevo, mi parrà avere conseguito il mio fine, e, non cerco altra lode.
     
      Livorno. 29 marzo 1848.
     
     
     
     
      PREDICA PEL VENERDÌ SANTO
     
      Ecce homo!
     
     
      Diciannove secoli vedono la legge del Vangelo come una bandiera in mezzo alla battaglia inoltrarsi gloriosa e trionfale per le vinte contrade, avanzarsi per lo universo e bandirvi lo amore. Questo divino vessillo candido di fede, verde di speranza, vermiglio del sangue dei martiri ha superato il volo delle aquile romane. Alla spada della superbia vennero meno il taglio e la punta; le catene di ferro caddero logorate dalle ire dei popoli, ma la legge della carità nelle procelle acquista vigore, ingagliardisce per contrasto, la persecuzione disperde e lo errore.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





Dio Vangelo