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      Infatti i partiti non nuocciono alla città finchè sieno preordinati tutti al bene di lei. Le acque stagnanti imputridiscono, le sbattute mantengonsi cristalline e sane, e così degli uomini. I partiti sono come i venti i quali qualche volta imperversano, ma senza di quelli le vele inerti lungo l'alberatura non acquisterebbero mai forza di fare avanzare la nave; e il buon nocchiero odia la calma non i venti, quantunque gagliardi, conciossiachè nella prima venga meno ogni arte, e co' secondi faccia prova d'ingegno.
      Non vi ha affezione dell'anima, per quanto cara ella sia, che Cristo non abbia sagrificato all'ardente carità che lo infiammava del bene universale: conoscete voi cuore al mondo che come il suo amasse la Madre, e da lui fosse teneramente riamato? E nonostante alla opera della redenzione noi lo vediamo anteporre la stessa sua dilettissima madre. Un giorno ch'egli predicava alle turbe, sua Madre e i suoi fratelli lo chiamarono fuori per parlargli, ma egli rispose: "chi è mia Madre, chi sono i miei fratelli?" - E distendendo la mano sopra i suoi discepoli aggiunse: "Questa è mia madre, e questi i miei fratelli: chiunque farà i voleri di mio Padre ch'è nei cieli quegli mi è fratello, e madre, e sorella." Quæ est mater mea et qui sunt fratres mei? Et extendens manum in discipulos suos dixit: ecce mater mea et fratres mei.
      Nè già crediate che Cristo ignorasse o dissimulasse le aspre contese che avrebbe dovuto incontrare, le divisioni, le persecuzioni ed il sangue; mai no, o Cristiani: all'opposto a sè e ad altrui manifesta i pericoli del suo divino mandato: "per me, egli favella ammonendo gli Apostoli, per me sarete perseguitati, e verrete in odio alle genti, ma non temete e quello che vedrete nelle tenebre voi palesate alla luce, quello che vi susurro dentro le orecchie voi predicate dai terrazzi, potranno uccidervi il corpo, l'anima no ch'è immortale, e non crediate che io sia venuto a mettere pace sopra la terra, ma la spada: i figli si separeranno dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera, i fanti verranno a contesa co' padroni; coloro che amano padre, madre, figlio e figlia più di me, di me non sono degni.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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