Pagina (162/162)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La stanza esalava fetore empireumatico, i vetri delle finestre erano di un colore più o meno rossastro, i muri coperti d'acqua crassa; - il cadavere era ridotto ad una massa informe carbonizzata, come un pane da quattro libbre; il petto e l'addome erano spariti, l'estremità eransi appressate alla testa, la quale toccata appena andò in cenere; la cuffia era intatta. Cotesta femmina soleva bere un litro di acquavite, e due bottiglie di vino al giorno; e non era troppo. - Il subito trapasso da un'alta ad una bassa temperatura è motivo di subitaneo sviluppo della combustione.
      15 Questa ultima parte di predica udii io stesso; e non può negarsi che il buon frate non adoperasse lo epiteto di pentita alla mano, con più sagacia del Minzoni nel sonetto "Quando Gesù con l'ultimo lamento" (famoso nelle scuole dei reverendi Padri Gesuiti) là dove dice: "Con la pentita man fe' strazio ed onte". - Rincresce veramente nel vedere come quel grande intelletto di Ugo Foscolo si confonda a criticare la pentita man del povero Minzoni: pare Domiziano, che si sollazzi ad uccidere le mosche col romano pugnale.
      16 Questa lettera, e le sette che seguono, mancano nell'originale della data.
      17 Nell'originale la lettera manca della data; ma sopra di essa vi è il bollo dell'ufficio postale di Firenze, in data del 14 settembre 1859.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





Minzoni Gesù Padri Gesuiti Ugo Foscolo Minzoni Domiziano Firenze