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      Se le cose non pativano indugio, si videro fatte; ed anco compironsi le altre per le quali l'artefice svelto, ricordando essere nato in casa di Nicolò Grosso(3), volle la caparra; per le rimanenti, fatta la festa, levato l'alloro: a questo modo dopo raccolte con sommo studio le carte dagli archivi e dalle biblioteche pubbliche, le quali unite con parecchie altre rinvenute nella Palatina ci potevano dare la edizione completa delle opere del Machiavelli, rimasero in mano dei collettori egregi senza costrutto, chè la spesa per la stampa non fu mai stanziata: i nostri ciurmatori saliti in arcione non avevano più bisogno che il Segretario fiorentino reggesse loro la staffa.
      A Francesco Burlamacchi toccò per bazza la statua decretata nel 1859; gliela rizzarono in Lucca nella piazza di S. Michele nel settembre del 1863, ed in cotesto giorno fece la orazione un professor Pacini, il quale, a sentirlo, pare che cammini fra l'uova, pauroso di pestarle, e ne aveva ben donde, però che la fama del Burlamacchi in quella solennità si adoperasse a mo' d'incenso repubblicano da ardersi per gloria della monarchia. Ed è poi falso quello che si affermò nella epigrafe stampata in fondo a cotesta orazione, cioè: che la paurosa tirannide apponesse lungamente a delitto perfino la ricordanza dei generosi morti per la libertà della patria; dacchè la tirannide dei Medici non solo consentisse che i generosi si ricordassero, ma ella ne mantenesse viva la memoria, e questo dimostrai nella vita di Francesco Ferruccio, raccontando come, nello apparecchio condotto a Porta a Prato nella occasione delle nozze di Francesco dei Medici con la regina Giovanna d'Austria, insieme coi simulacri dei fiorentini famosi in armi, anzi accanto a quello di Giovanni delle Bande-nere padre di Cosimo, facessero dipingere la immagine del Ferruccio; onde il Vasari, comechè fosse prelibatissimo piaggiatore di corte, non dubitò salutarlo sfortunato, ma valoroso capitano: più tardi, ornando le volte della Galleria degli Uffizi, questi stessi principi ordinarono che fra le figure degli illustri guerrieri fiorentini quella del pro' Ferruccio comparisse.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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