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      Oltre questo esempio, spaventavano i novatori la persecuzione dei loro correligionari nei Paesi Bassi, il divieto di salire sul pulpito ai predicatori protestanti a Vormazia, la balìa ai cattolici di tirare a palle rosse dalle bigonce e dagli altari contro i luterani.
      Intanto si apriva il concilio di Trento; e lo imperatore, da quello svelto ch'egli era, voleva menare il cane per l'aia per pigliare tempo a compire gli armamenti e al punto stesso tranquillare i protestanti per coglierli alla sprovvista, e quando pure si avessero a mettere subito le mani in pasta, si cominciasse dalla riforma dei costumi e degli abusi della Chiesa: ai dogmi si penserebbe più tardi: accetta ai protestanti la riforma dei costumi, era agevole prevedere che nella trattativa dei dogmi sarebbesi incontrato l'osso. Il papa dal canto suo strologava per cavare il concilio da Trento, o se questo non poteva conseguirsi indilatamente, si definissero gli articoli della fede. Nonostante però quel fare alle braccia fra imperatore e papa, o per cacciarsi sotto l'emulo o non esservi cacciato, insieme poi ordivano fitto contro il comune nemico; in questa moriva Lutero, i cattolici ne menano gazzarra, i luterani si accosciano, e a torto entrambi: le necessità dei tempi si creano mano a mano come l'orologiaro fa l'orologio; compito ch'ei sia, rimarrà eternamente fermo se taluno non dia impulso al pendolo; all'orologio del tempo chi dia lo impulso non manca, imperciocchè per uno dei moventi che caschi ne subentrano dieci; e non lo trattiene scapito espresso anzi neppure la morte: quindi erra chi pensa che creasse il moto colui che si trovò a imprimergli l'ultima spinta; antichissima la materia del luteranesimo, Arnaldo, Savonarola, Giovanni Hus, Girolamo da Praga ed altri parecchi lo avevano ammannito, ma non ne vennero a capo, e per poco la fiamma che arse i corpi loro non ne abbruciò la memoria; a Lutero arrise la fortuna, però da lui si noma la riforma: da tutto questo se ne inferisce che la cosa messa su lo sdrucciolo per via va senza mestiere che uomo la spinga dietro; quindi la riforma procedè senza Lutero, come Lutero, caso mai avesse mutato partito, non avrebbe potuto farla stornare un'oncia: chi desta lo incendio non può spegnerlo poi.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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