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      Di giorno in giorno crescono le offese. Il langravio Filippo, foggia di Aiace germanico di forma gigante, armato da capo a piedi di piastra e di maglia, andava iattando bastargli l'animo dentro tre mesi rincacciare lo imperatore fuori dei confini germanici; insieme uniti i principi collegati mandano intorno un bando: veruno si attenti pigliare soldo sotto principe che il proprio naturale non sia; la sentenza di cesare contro l'arcivescovo di Colonia (della bolla papale non si parla nè manco) dichiarano irrita, nulla e come non avvenuta; straziano di scede la corte romana e il vescovo di Augusta e, meglio di tutto questo, fanno massa di gente in Augusta e in Ulma: maravigliosi il numero delle milizie accorse e le cause tanto diverse che le mossero ad assembrarsi sotto le bandiere dei protestanti; il vincolo dei vassalli ai baroni tuttavia gagliardo in Germania, l'esercizio lungo nelle armi avendo da quasi mezzo secolo combattuto ora dalla parte di Francia ed ora di Austria secondochè la passione agitava o l'interesse persuadeva, la pace di Francia con l'Inghilterra conchiusa in cotesti giorni, per la quale di parecchi soldati, i quali dal menare le mani in fuori altro non sanno fare, stavano disperati a qual santo votarsi; ci era poi dove più dove meno la rabbia religiosa, che ubbriaca più trista del vino assai: per ultimo il naturale istinto dell'uomo, che lo spinge a ribellarsi contro la forza, finchè non arrivi il tempo, e arriverà tardi, dove da un lato l'amore, dall'altro la conoscenza compartiranno alla persuasione l'autorità che adesso usurpa la forza congiunta con la frode, o no: insomma corre fama che nel giro di pochi giorni si radunassero 70000 fanti, 15000 cavalli, centoventi pezzi di artiglierie, ottocento cariaggi di munizioni, ottomila somieri, seimila guastatori: il più bello e fiorito esercito che fosse stato riunito fin lì, e bada che lo avevano posto insieme i soli principi di Sassonia, Assia, Vurtemberga, Analto e le città imperiali Augusta Ulma e Strasburgo.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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