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      Fin qui di Europa; adesso più peculiarmente d'Italia; innanzi tutti del papa. Dopo il concilio di Trento con menzogna onesta i figli dei preti appellaronsi nepoti, prima addirittura figliuoli; nè questo era il peggio, chè il maggior danno consisteva nello sbranare un lembo di stato per gittarlo sopra le spalle ignude di costoro; ai quali lembo, invece di attutire la fame, cacciava addosso la smania di arraffarne un altro; per uno, avuto in dono ne rubavano quattro; l'appetito viene mangiando; e tuttavia nè anco questo si considerava il pessimo, e pessimo veramente appariva quel buttarsi che facevano i papi in abbandono dei figliuoli quanto più rei ed infami: e tale apparve Pier Luigi Farnese figlio di Paolo III; di lui narra la storia nequissimi fatti non meno che turpi, i quali negare è vano quanto indecente ripetere, e pure sembra che qualcheduno dei più tristi ella ne taccia, imperciocchè nelle storie di Benedetto Varchi occorra scritto come il marchese Del Vasto lo cassasse con ignominia dalla milizia, nè per quanto io mi sia dato cercare, mi venne fatto scoprirne la causa. A costui pertanto, scerpandolo dal patrimonio della Chiesa, il papa diede Castro; poi instò con focosa ressa perchè lo imperatore gli concedesse il marchesato di Novara, e lo ebbe, piccolo sorso a tanta sete! Allora il papa torna a schiantare il retaggio di san Pietro, che povero e pescatore dalle reti e dalla barca in fuori altra sostanza non ebbe nel mondo, e scissene Parma e Piacenza, ne compone un ducato in prò del suo diletto Pierluigi.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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