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      Restituisconsi i tre ceti dei nove, del popolo e dei gentiluomini; parecchi dei principali fautori del governo abolito si bandiscono, i quali mandano a soqquadro il contado: una volta con Lucio Aringhieri ed un altra con Giovambattista Palmieri essi congiurano per rientrare in Siena con forza e con inganno, e ad altro non approdano che a far perdere il capo ad ambedue. Data all'esercito di papa Clemente una stupenda rotta, rapite ai Fiorentini e ai Perugini le artiglierie, quietarono i Sanesi ogni apprensione di fuori, ma tornarono a infierire le discordie dentro; perchè i partiti, se un poter forte li soprasti, possono reggere per via di emulazione civile, ma se nulla li tenga al canapo, irrompono in aperte contese; che se tu vedi i signori smaniosi di comando, trovi eziandio il popolo intollerante di qualunque freno; allora la plebe diede di fuora e corse addosso ai noveschi, che troppo bene lo meritavano, imperciocchè questi, componendo una consorteria soverchiatrice e ladra, avessero asciugato quanto danaro avevano reperito nello erario, onde fu mestieri sopperire col rame ai metalli preziosi portati via; e peggio ancora a patto di arraffare e di opprimere congiuravano ad asservire la patria a Clemente VII, il quale, purchè venisse roba, non guardava più alla via diritta che alla storta; anzi un po' di sangue fa fare miglior presa alla calcina con la quale si murano le tirannidi nuove; e Ancona informi; però in questo tumulto la plebe vi pose le mani, ma non pochi nobili e borghesi ci soffiavano dentro per emulazione dei nove.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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