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      I reggitori, sfidati di ogni terreno aiuto, correvano al cielo; processioni, giubilei, indulgenze e la Madonna avvocata dei Sanesi in giro; i frati di ogni risma in ballo, neri, bigi, bianchi e colore marrone; cantilene a iosa: ma intanto che si consumavano torchietti non si trovava grano; per arroto nella notte uscivano fuori i battuti che si davano di sconce battiture sopra le spalle ignude, e ciò importava consumo di cerotti, non già acquisto di pane. In questa occasione compariva in Siena sua patria Bernardino Ochino rigidissimo frate e per dottrina teologica preclaro: fu prima minore osservante, poi della riforma dei cappuccini, ch'egli con sommo ardore promosse; poi con pari zelo, anzi maggiore, si voltò contro Roma e di fiere battiture la percosse. Roma lo scomunicava eretico, e se gli avesse potuto mettere le mani addosso, lo avrebbe illuminato acconciandolo dentro una catasta di legna, ma egli non si lasciò cogliere nè illuminare; e noi non lo potendo salutare filosofo, lo celebriamo come uno dei più poderosi demolitori della oggimai sazievole menzogna della religione cattolica romana.
      Poichè la gente si accôrse che il cielo badava ai fatti suoi, ella avvisò cercare rimedio in terra. Parecchi cittadini dei principali convennero a Crevole coll'arcivescovo per pigliare partito, i quali dopo molto discutere, non ci trovarono altra via che abbassare la superbia del Salvi con le armi, e a tale effetto recaronsi in varie parti del contado per raccogliere gente ed avviarle a Siena; ma la cosa non potè tanto tenersi celata che non la spillasse il Salvi, il quale, a sua posta riuniti gli aderenti, si capacitò che di côlta sono buone le sassate, epperò chi prima assalta ha un punto di vantaggio su lo assalito; quindi subito mano alle armi, e così come dissero fecero; gli emuli, côlti alla sprovvista, resisterono con ardimento supremo, ma si vedeva chiaro che all'ultimo ne avrebbero tocche, se non che di un tratto ecco versarsi per le strade il duca di Amalfi col presidio spagnuolo per iscompartirli, e vi riuscì adoperandoci amorose parole e picchi da orbi; se questi vincessero in virtù quelle, e se quelle questi, non ci è noto; basti sapere che entrambi valsero per allora a sedare il tumulto.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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