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      Giovanni degli Obizzi si era male apposto; i Lucchesi allora aborrivano moversi non perchè stessero bene, ma perchè temevano trovarsi peggio, sicchè con decreto amplissimo bandirono che le leggi veglianti sopra i consigli e le imborsazioni rimanessero inviolabili nè alcuno si attentasse arringare per riformarle: ma ecco mentre si guardano dalla pioggia sopraggiunge loro addosso la gragnuola.
      I Guinigi, massime Lazaro figliuolo di Francesco, reputandosi offesi dai Forteguerra, tra cui primeggiava Bartolomeo dottore in leggi ed estimato uomo d'assai, nella occasione che si aveva a rinnovare la tasca per la imborsazione dei collegi si dimenarono in guisa che poterono escluderne la più parte dei Forteguerra, e Bartolomeo più volte gonfaloniere e anziano fecero noverare fra gli arroti o, vogliam dire, supplenti, i quali costumavasi trarre dai giovani che non avevano mai tenuto maestrato. Buonagiunta Schiezza fece la spia o per levità o per tristizia; Bartolomeo meritamente ne mosse strepito infinito, e seco quanti queste soperchierie detestavano; i quali umori desiderando sopire sul nascere, il senato propose aggiungere una tasca di ducento dieci cittadini dove gli esclusi sarebbero stati imborsati, con avvertenza però che non avessero ad essere tratti se la prima non fosse vuotata: pretesto di simile novità fu che, molti cittadini stando fuori a cagione della morìa o per negozi, importava provvedere affinchè gli uffici non rimanessero scoperti, ma Bartolomeo, invece di quetare, s'incollerì due cotanti, e parendogli che quello non fosse riparo bastevole alla ingiuria, lacerava la turpe pusillanimità del senato; voleva al tutto cassa la imborsazione, i truffatori puniti; sotto sembianza di giustizia la vendetta compita: tentaronsi diversi modi di composizione, e taluni parvero tali da contentare chi ormai non avesse fermo il chiodo di romperla; e questo per lo appunto era l'animo di Bartolomeo, il quale, valendosi della congiuntura di Forteguerra entrato gonfaloniere, ruppe in aperta contesa; gli mandò la virtù, e la fortuna; prevalse il Guinigi, che, espugnato il palazzo, mentre il gonfaloniere repugna a lasciarglielo sgombro, cade iniquamente spento dai seguaci satelliti.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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