Pagina (110/355)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      , che poi i mercanti lucchesi sottomano scontarono raspandovi su quattromiladugento scudi. I re tirarono e tirano sempre via; il popolo paga. In ghetto non si saria potuto negoziare meglio nè peggio di quello che lo imperatore e i Lucchesi si facessero. Nè si creda già che narrando io queste cose carichi le tinte; perchè trovi nelle storie che il povero Massimiliano ridotto al verde supplicava i Lucchesi di un migliaio di scudi per carità, ed i Lucchesi pur compiangendolo gli si buttarono in ginocchio davanti a mani giunte esortando che per amore di Dio non li ruinasse: quasi ruggine della natura lucchese in ogni tempo la spilorceria, sicchè fra essi corre un proverbio strano ed è "che per pigliare darieno il core." Checchè sia del diploma di Carlo V confermatorio quello di Massimiliano, e sebbene gli imperatori che di mano in mano si successero non esigessero censo veruno per rinnovare le fatte concessioni, tuttavia Lucca fu considerata sempre feudo imperiale, di cui i privilegi potevano da ogni novello imperatore revocarsi, essendo de iure feudale le concessioni temporanee e però obbligatorie solo durante la vita dello imperatore che le largiva o le confermava, e pure, avendo e cuore e fronte di affermarsi repubblica, questa catena al piede si portò Lucca fino al 1799.
      In Lucca, come avvertimmo, essendo prevalsa al reggimento l'oligarchia borghese, bene si accontavano con essa taluni nobili: ma pochi fiori non fanno ghirlanda; i più restavano esclusi, fra questi i Poggi casata copiosa di uomini e di ricchezze; costoro, lontani dai maestrati per volontà altrui, dai traffici per superbia propria, si davano ad ogni ragione diletti ed anco capestrerie; ozio e potenza furono sempre mai supreme spinte a mal fare: a nuovi scompigli per causa loro andò soggetta la patria, e la cagione questa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





Lucchesi Massimiliano Lucchesi Lucchesi Dio Checchè Carlo V Massimiliano Lucca Lucca Lucca Poggi