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      Al consiglio, comechè composto di caloscioni, pur venne la muffa al naso; ma veruno ebbe coraggio, non che di arrestare, nominare soltanto i delinquenti; onde, per non dare a conoscere la miseria in cui era caduto, il governo finse conoscerli e perdonarli: ogni cosa a rotoli; non misfatto punito, anzi bastava mostrarsi impronto ad esigere, non già a implorare perdono, perchè venisse conceduto subito. Dopo siffatto esperimento non si sa che fantasia fosse quella di ordinare che veruno si attentasse a portare arme di giorno nè di notte; e fu per non detto: ancora si fece un decreto per condurre una guardia di 100 fanti, e il popolo lo cassò; ridevole e a un punto miserabile stato questo, che il consiglio dentro il palazzo deliberava provvisioni che alla porta si annullavano, mentre quello che alla porta il popolo ordinava confermavasi dentro, e ciò perchè giù in cortile, guardia non chiesta, stanziavano continuo da quattrocento tagliacantoni con la corda degli archibugi accesa, i quali il consiglio presumeva cacciare con 100 fanti, e lo diceva, e non solo lo diceva, ma lo bandiva perchè lo sapessero meglio. Le quali inanità considerando io scrittore non solo nelle storie vecchie ma sì nei rivolgimenti che mi sono passati sotto gli occhi, ho dovuto persuadermi che lo intelletto umano va sottoposto ad eclissi come il sole e la luna; e avventurato vuolsi celebrare colui che ne patisce una volta sola in capo all'anno. Siccome però neppure agli aizzatori tornava il perpetuo subbuglio, e a qualche cosa volevano approdare, fecero chiedere che piacesse al consiglio mettere a partito: che i forastieri d'ora in poi non avessero magistrato; la età degli anziani sia non minore di anni 25, del gonfaloniere 30; al consiglio dei Trentasette si ag


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





Trentasette