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      Ora però, se noi non aiutiamo i magnifici Signori, egli è come se non si fosse fatto di nulla; essi compirono il debito, adesso sta a noi soddisfare al nostro: essi ci hanno mandato ad avvertire che se noi ci presentiamo alla porta San Donato, ci sarà aperta senza fallo; dunque teniamo lo invito, e Dio provvederà; nè già crediate trovarvi soli alla impresa, chè tanti del contado vi seguiteranno che per me credo vi parranno anco troppi..."
      Voleva dire di più, ma lo interruppe un grido dei volonterosi, cui pareva mille anni essere condotti ai muri, ond'egli, invece di spingerli, ebbe adesso a sforzarsi di trattenerli: andassero cauti per Dio, procedessero ordinati se pur non volevano che succedesse loro come ai pifferi di montagna; frattanto il Pippi, rassegnata alla meglio la sua compagnia, si accosta alle mura con lo stendardo e dà il segno agli amici di fuori, il quale avendo visto Bernardo Sinibaldi, che stava in vedetta vicino ai fossi, corse via sulla sponda del Serchio chiamando con alte grida il Buonvisi il quale dall'altra banda del fiume si tratteneva; ma Lunardo Pagnini si cacciò col cavallo nel fiume per portarne più tostano avviso, però, come avviene, la pressa prolungava lo indugio, che, intralciatosi per le vetrici del fiume, mal sapeva sbrogliarsene, onde a sua posta con gran voce chiamò Silvestro Trenta, il quale per ventura lo udì; e quivi recatosi e sentito il caso, persuase la sua compagnia a guazzare il fiume, e avvegnachè avessero trovato rotto il canape della barca, per impedire che la corrente li portasse via, piantarono forte parecchie alabarde in fondo al fiume alle quali agguantandosi senza pericolo passarono; e ciò con tanto maggiore animo essi impresero in quanto che, quasi per aizzarli, innanzi ch'entrassero nell'acqua, Martino con certo suo piglio soldatesco disse loro: "Figliuoli, chi non si sente capace non si metta in ballo nè a rimanere si périti, chè buona prova può fare restando qui con Ludovico a guardarmi la casa.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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