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      Scelsero nel cuore del verno arrampicarsi su le Alpi; ma giunti a Rogoreto, si trovarono chiusi dalla neve; lì stettero, e vincendo con isforzi inauditi la rea fortuna, ci si sostennero fino a primavera, e questo fu miracolo di amore; a primavera parte accolsero i Grigioni e parte Zurigo, procurando per via di carezze fraterne consolarli delle passate amaritudini.
      A Napoli, lo abbiamo accennato, Roma avversò la Inquisizione spagnuola per cupidità di primato; in altro modo proposta piacque, e romani preti e frati furono spediti ad esercitarla: se più mitemente che in Ispagna, adesso vedremo. Gli scrittori raccontano che la furia della Inquisizione in cotesta nobile città si levò repentina come l'uracano; a frotte legati, imprigionati, poi spediti a Roma, dove dopo averli straziati co' tormenti bruciavano: presi da terrore i cittadini, considerati rinnovarsi i tempi di Silla, dove causa di esizio era più che la dubbia fede il certo possesso del podere di Arpino, in compagnie cominciarono ad esulare: ben per loro se avessero condotto a fine il disegno; se non che, giunti ai piedi delle Alpi, alzando le ciglia in su, contemplarono l'acerbo cielo e la terra desolata; allora gli assalse il desiderio del lieto aere natio, la dolce temperie e la contrada dispensiera feconda di tutti i doni della natura: non ebbero cuore di valicare le Alpi e tornarono a casa, dove patirono di ogni maniera umiliazioni, ingiurie e patimenti, privi di conforto della coscienza, che senza requie li chiamò codardi.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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