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      I libri non approvati dal vicario proibiti. I cittadini si abbiano a confessare e comunicare nei tempi dalla Chiesa indicati; chi manca la prima volta sia dannato in 100 scudi di ammenda, e se non paga entro dieci dė, stia sei mesi in prigione, la seconda dugento scudi, e se contumace a pagare, si abbia un anno di carcere; la terza ne vada la vita perchč, dichiara la legge, chi non muove l'honor commuova il timor della pena. Le medesime pene incolgano a cui cibi carne nei giorni proibiti senza licenza del vicario; nella quaresima non si macellino carni boccine nč agnelline nč caprettine, pena dieci ducati di oro, eccetto la settimana santa per la provvista di Pasqua; frate sfratato veruno tenga per famiglio in casa sotto l'ammenda di cinquanta ducati di oro. La legge del 27 ottobre 1558 vieta commercio e di ogni maniera corrispondenza per tutto il mondo con quelli che la Inquisizione dichiarō eretici, e il consiglio ribelli, e ai trasgressori ne vadano la prima volta 500 scudi di oro, la seconda la vita: parrebbe che bastasse, ma no; per la terza volta sono comminate le pene prescritte dagli statuti contro i ribelli: per la quale cosa č dato supporre che anco morti agli occhi della Inquisizione si poteva commettere peccato. Nel 19 dicembre 1561 per legge fu concessa facoltā all'Uffizio di aprire casse, valigie, bauli e lettere per venire in chiaro della eresia; e qui multe pecuniarie, si lascia stare la vita. In quel torno promulgarono altresė un'altra legge per la quale fu dichiarato che i discendenti degli eretici per due generazioni si ributtassero da qualunque ufficio sia di onore, sia di utile del comune, e cosė dentro come fuori della cittā e dello stato: iniquissima legge che condannerebbe gl'innocenti pel colpevole, ma accettissima al papa, il quale vicario di Cristo non č di certo, il Dio che perdona, bensė vicario del Dio di Moisč, forte, prepotente, geloso, che visita


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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