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      Nel 1570 si pubblicò una nota di eretici da evitarsi, i quali furono: "Giusfredo Bartolomeo Cenami, Giuseppe Cardoni, Antonio Liena, Cesare Mei, Michele di Francesco Burlamacchi, Lorenzo di Alò Venturini, Nicolao Franciotti, Salvatore dell'Orafo, Gaspero e Flaminio Cattani, Benedetto Calandrini, Giuseppe Iova e Marco da Rinucci(51); più tardi ci si aggiunsero Francesco Cattani con tutta la famiglia e il genero Rustici, Vincenzo Mei con la moglie ed i figli, Cristoforo Trenta, Girolamo Liena, Nicolao e Guglielmo Balbani, Gaspero da Massaccuccoli e Francesco Bonaventura Micheli.
      E noi, frugando pei ricordi dei tempi, troviamo come Roma si sbracciasse a soffocare in Lucca ogni anelito di libertà religiosa: così il vescovo nel novembre del 1555 arresta e processa sottoponendolo al tormento Rinaldino soldato di Guardia, e dopo averlo costretto ad abiurare in duomo sopra un palco, vestito di giallo, con torchio di cera gialla in mano, lo mandò legato a Roma al Santo Offizio; nel 1556 il vescovo per comandamento di Roma cattura come sospetti di eresia ed ostinati a non ritrattarsi Girolamo Santucci, Giovannipiero da Dezza e Giovambattista Carletti, e gl'invia a Roma, donde furono relegati nelle proprie case. Del pari per ordine espresso di Roma nel medesimo anno il vescovo fece citare pubblicamente dal pulpito in duomo sotto pena della vita e della confisca da applicarsi alla Camera apostolica per intimare loro che si costituissero nelle carceri del Santo Offizio a Roma, Nicolao e Girolamo Liena, Nicolao Balbani, Gaspero da Massaccuccoli, Cristoforo Trenta Guglielmo Balbani, con altri parecchi; e poichè rimasero contumaci, l'eccellentissimo consiglio li dichiarò ribelli e ne confiscò i beni; di più, nel medesimo giorno impose le pene a cui in qualsivoglia maniera per lettera o per messaggio corrispondesse con loro; e non si potendo sfogare in altro, così volendo la Inquisizione di Roma, gli arse in effigie nel gennaio del 1559 sopra la piazza di San Michele: sei mesi prima Michele di Alessandro Diodati, chiamato a Roma, era chiuso in carcere, dove si logorò fino al pontificato di Pio IV: e poco dopo con solenne e grottesca cerimonia presi pel collo ebbero ad abiurare in duomo non pochi cittadini, fra i quali un frate sfratato dei Servi.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





Bartolomeo Cenami Giuseppe Cardoni Antonio Liena Cesare Mei Michele Francesco Burlamacchi Lorenzo Alò Venturini Nicolao Franciotti Salvatore Orafo Gaspero Flaminio Cattani Benedetto Calandrini Giuseppe Iova Marco Rinucci Francesco Cattani Rustici Vincenzo Mei Cristoforo Trenta Girolamo Liena Nicolao Guglielmo Balbani Gaspero Massaccuccoli Francesco Bonaventura Micheli Roma Lucca Rinaldino Guardia Roma Santo Offizio Roma Girolamo Santucci Giovannipiero Dezza Giovambattista Carletti Roma Roma Camera Santo Offizio Roma Nicolao Girolamo Liena Nicolao Balbani Gaspero Massaccuccoli Cristoforo Trenta Guglielmo Balbani Inquisizione Roma San Michele Michele Alessandro Diodati Roma Pio IV Servi