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      Costà giunto mentre domanda passare, glielo vietano; il donzello Baccio cerca e non trova; insiste su l'ordine trasmesso dal palazzo di lasciare libero il passo ad uomo che esca imbacuccato, e rispondono di palazzo essere stato ricapitato loro l'ordine opposto, vale a dire s'impedisse a tutta persona l'uscita: messo così con le spalle al muro Francesco si diede a conoscere, ma non approdò: allora, accortosi della sciagura, rifece i passi.
      Comechè questo racconto noi caviamo dalla Cronaca manoscritta del Civitali, non che dalle medesime confessioni di Francesco Burlamacchi, assai di lieve si comprende com'egli sia monco ed alterato; invero grave cosa è credere a tutta quella gaglioffaggine del donzello e del targetto che intendono alla rovescia; ad ogni modo in caso ordinario arìeno pur dovuto obbedire al gonfaloniere ora che se lo vedevano lì dinanzi per farli capaci della diritta: parmi chiaro che ormai al commissario della porta fossero giunti ordini terribili della Signoria per impedire la fuga del Burlamacchi; che se non mandarono rinforzo di gente per arrestarlo, forse lo si vuole attribuire a paura di mettere il paese a soqquadro, ovvero alla perplessità nella quale i governi cascano quante volte colpiti da vicende inopinate abbiano a prendere provvisioni supreme; e dal modo in cui il Burlamacchi fa entrare nel negozio il cugino Garzoni tu vedi aperto com'ei tiri a salvarlo; e valga il vero, o che montava porre il Garzoni a cotesta ora bruciata a cognizione della congiura?


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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