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      Cancelliere, non istate a spendere più altre parole, voi predichereste ai convertiti."
      Al cancelliere Macarini venne tanto di cuore vedendo come agevolmente fosse riuscito nella sua commissione; e quasi stava per giudicare Cosimo migliore della sua fama, accorto sì, ma giusto principe, quando questi sempre con voce blanda soggiunse:
      Però, cancelliere dolcissimo, voi comprenderete di leggieri col vostro savio intendimento che, come io, non tutti la crederanno secondochè voi la contate e com'è; però il meglio sarebbe che voi consegnaste a me il Burlamacchi, ond'io facessi fabbricare il suo processo qui in Firenze dai miei giudici; così veruno dubiterebbe che io ne avessi spremuto il vero, e vi so dire ch'io lo so spillare.
      La non pare proposta che cammini bene in gambe, imperciocchè ogni stato vada giustamente geloso della sua giurisdizione, e la Signoria Vostra Serenissima è qui per insegnarmelo
      , riprese il Lucchese mascagno.
      Certo questo non si può negare, ma nei casi straordinari è mestieri regolarci come possiamo, non come vogliamo.
      Però io non mi persuado perchè altri deva diffidare della lealtà della Repubblica, molto più che noi circonderemo questo processo di tali è tante cautele da appagare i più sospettosi.
      Ed io pure adopererei come proponete voi: anzi io non mi oppongo a che i giudici sieno tanti e tanti; cioè mezzi lucchesi e mezzi fiorentini.
      Serenissimo, non sono i giudici quelli che mettono in pensiero, bensì la tortura, l'eculeo e gli altri tormenti di cui voi siete in abbondanza fornito.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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