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      Intanto erano incominciati gli esami; questo processo si conserva a Lucca nello archivio di stato, e fu impresso nella monografia del Minutoli comechè con parecchie lacune: da questo ricaviamo come Francesco Burlamacchi, toccati gli evangeli, si obbligò con giuramento di confessare la verità senza mestieri torture; quello ch'ei disse nella massima parte fu da noi riferito nel precedente capitolo; non complici rivelò non compagni, eccetto il Benedino e il Carletto impossibile a celarsi; nel secondo interrogatorio, oltre Bastiano, denunciò Giovambattista Carletti; interrogato perchè nel suo primo esame lo avesse taciuto rispose: "Per dargli tempo a mettersi in salvo." Incentivo alla impresa la continua lettura delle vite di Plutarco, massime dei quattro incliti capitani Timoleone, Pelopida, Dione ed Arato, i quali con pochissima gente avevano operato grandi cose: su questi pensieri essere rimasto sei mesi e forse un anno senza aprirsi con persona: non si pente del concepito disegno, sfortunato sì, non ingeneroso; solo gli dorrebbe d'ineffabile amarezza se dovesse recare nocumento alla carissima patria ed ai cittadini diletti: disse ignorare la causa per la quale gli fu contesa l'uscita; non incolparne persona; tale ravvisa essere stata la volontà di Dio. E tale favellò il magnanimo per non lasciarsi dietro una maledetta traccia di rancori e di vendette; poco mostrò calergli la morte; anzi, mancata la impresa, rincrescergli la vita; ben premergli la fama e questa sperare si sarebbe mantenuta perenne fra i pochi gentili presso cui fortuna non vale virtù. - Certo avere di lunga mano disposta la materia acquistandosi da per tutto aderenze e cercando ogni via di mettersi in grazia alla gente non solo di Lucca ma fuori, massime nelle città toscane; così in Pisa, pigliando occasione dal sequestro di non so quali bestie e di taluni contadini, rinnovò col provveditore dei Capponi l'amicizia antica durata fra le due case; essersi reso benevolo a Pescia il capitano Bastiano Galeotti col pregarlo di tenergli al fonte battesimale un suo figliuolo, ed indi in poi coltivato con lui buona amistanza.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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