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      Taluno afferma che egli ordinasse la morte del Burlamacchi perchè, per tenersi bene edificati i Signori di Lucca e il duca Cosimo, ai primi avesse promesso di non dare il prigione, al secondo di consegnarglielo; onde trovandosi per le focose istanze di questo in imbarazzo, come mezzo termine per cavarsene, comandasse tagliassero il capo al Burlamacchi e così farne un fine: forse anco simile considerazione avrà contribuito, ma non ce n'era mestiero; bastava la paura e la persuasione comune a tutti i principati di provvedere alla propria salute co' bagni di sangue: anco il sospetto che nelle congiure del Burlamacchi e del marchese Cibo Malaspina vi avesse parte la Francia può darsi che abbia dato la spinta a Carlo: breve, questo può dirsi, che ragioni per ispegnere i prigionieri ei ne aveva di avanzo.
      Dalle cronache manoscritte del Canonico Dalli si ricavano i seguenti particolari intorno agli estremi ed alla morte di Francesco Burlamacchi, i quali come percossero me, così penso che varranno a commovere altri. Don Ferrante Gonzaga, quando meno se lo aspettava e contro le sue previsioni, ricevè lettere imperiali che gli ordinavano procurasse, senza mettere tempo di mezzo, Francesco Burlamacchi e il marchese Giulio Cibo Malaspina si giustiziassero; al Gonzaga, che assai favoriva la causa loro, parve ostico il boccone, tuttavia, sendogli forza trangugiarlo, inviò tosto un suo mandato al castellano del castel di Milano con una lettera la quale gli commetteva il supplizio dei due meschini.


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Vita di Francesco Burlamacchi
di Francesco Domenico Guerrazzi
Casa Editrice Italiana Milano
1868 pagine 355

   





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