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      Io ruppi finalmente il silenzio impacciato e chiesi:
      - Dove smonta ella, signora?
      Ella diede un'occhiata, giù, lungo l'acqua; si guardò la punta del piedino, poi levando la testa ad un tratto e sorridendo col suo bel sorriso di innocentina, rispose:
      - Dove vuoi.
      SANTO NATALELa signora Giovanna spalancò la porta e poco mancò che non me la sbattesse in faccia. Le scappò un atto d'impazienza e mi disse:
      - Senta: faccia a mio modo. Lei vada a letto.
      - Dunque - risposi - c'era ancora molto tempo?
      - Lei non ci può far nulla. Anzi ci rompe la testa, ci imbarazza.... l'abbiamo sempre tra i piedi.... Vada a letto. Che cosa vuol farci lei?
      E mi voltò le spalle avviandosi verso la cucina che dalla porta aperta fiammeggiava come una fornace accesa.
      Io aveva sulla punta della lingua una domanda sciocca.
      Volevo domandarle se il nascituro sarebbe maschio o femmina; ma capii che non era il momento di fare domande sciocche. Perchè s'impazientisse la signora Giovanna, di solito così cerimoniosa, bisognava proprio che avesse altro per la testa; e, piano piano, ritornai a chiudermi nello studio.
      Il fuoco era acceso e la poltrona mi tendeva le braccia. Come sono lunghe le ore dell'aspettazione!
      Di fuori nevicava e i fiocchi di neve gelati dalla notte e cacciati dal vento, battevano sui vetri, fitti fitti, con un fremito sommesso, quasi timido e doloroso. Il vento di quando in quando mandava un lamento, poi si chetava, e il silenzio non era rotto che dal rumore soffice e velato delle poche e lontane carrozze sulla neve e dal passo cadenzato e lento delle guardie che passavano sul marciapiede allontanandosi a poco a poco.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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