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      Insomma, ispettori o no, pare oramai che a questa faccenda delle biblioteche sia da pensarci sul serio. I nostri nonni avevano l'abitudine di imprimere sul frontespizio dei libri certi bolli madornali che tra l'inchiostro e le frittelle d'olio coprivano ogni cosa. Ebbene, si deve a questa bestiale abitudine, a queste frittelle indelebili, se molti libri non hanno emigrato; e se nella biblioteca Vittorio Emanuele ci fosse stato un frittellume come dico io, l'emigrazione sarebbe stata minore. Parecchie biblioteche non hanno altro riparo contro le ugne dei bibliofili, letterati o no, che il bollo, in mancanza di cataloghi e d'inventari. E notate che i bibliotecari non ne hanno colpa, poichè a fare un catalogo ci vogliono delle braccia e dei quattrini che il Governo non dà, e che i bibliotecari, con ragione, non vogliono metter del loro. Se dunque questa proprietà dello Stato, questa ricchezza della Nazione fosse un po' meglio curata, sorvegliata, difesa, che male ci sarebbe? Almeno il Ministro si risparmierebbe di dover confessare i suoi rossori e noi italiani non faremmo la bella figura che facciamo. Dico bene?
      DELLE BIBLIOTECHECarissimo signor Ferdinando Martini1
      Poichè Ella mi tirava in ballo citando la mia frase, in Italia non possono studiare che i ricchi, e poichè siamo in carnevale, mi lasci ballare.
      Ella sa bene come diavolo vadano le biblioteche italiane e lo sanno tutti gli altri infelici che hanno la disgrazia di studiare. Ma il pubblico che paga e il Parlamento che fa pagare non sembra che lo sappiano.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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