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      Ma questo epistolario offre un altro punto di riflessione.
      Il Muratori era bibliotecario del duca Rinaldo da Este; anzi il duca se ne serviva anche per delicati maneggi di stato e lo aveva spesso come consigliere, richiedendolo di pareri e incaricandolo di studii e di ricerche. Come mai un bibliotecario poteva bastare a tanto?
      Eppure è così! Quei bibliotecari del buon tempo antico avevano tempo di lavorare, mentre oggi l'attività di molti si ferma quando la biblioteca li ha stregati e fatti suoi. Si movevano liberamente, non legati dalle pedanterie di un regolamentarismo stranamente minuto, che assorbe ogni attività e tronca ogni iniziativa.
      Ah, se il Muratori invece di vegliare la notte sulle sue care pergamene per ridestarne la vita dei secoli passati, avesse dovuto compilare una statistica o riempire gli scontrini attestanti il carico e lo scarico davanti al tribunale dell'Economato o della Corte dei Conti! Fortunato lui che aveva un padrone solo! Oggi i bibliotecari ne hanno cento e tutti costoro desiderano, chiedono, vogliono qualche cosa, allungando il naso e le mani ad ogni minuto e diffidente controllo, pur di illudersi di aver così fatto gran cosa in servigio degli studi e delle scienze! Altri tempi, serenissimi padroni!
      Nè è da darne colpa alle persone. Sono i tempi che vogliono così, non solo nelle biblioteche ma da per tutto. Dove non è libertà, non ha luogo iniziativa alcuna e la sterilità è fatale. Sono i tempi! Allora era possibile combinare una Società editrice dei Rerum Italicarum, ma oggi, chi tentasse di trovar dieci firme a cinque mila lire l'una, faticherebbe a trovarne due, ed è storia.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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