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      Il sole! Il sole!
      Ma l'idillio finģ. In faccia al casale detto Gualchereti lasciammo la schiena dell'Alpi di Serra che segue salendo sino al poggio del Bastione, e scendemmo gił nella valle del Savio, gił sino a Folcente, per risalir poi verso Montioni e Monte Coronaro. La discesa fu terribile e terribilmente lunga. Per coste impervie, aride, sassose, ripidissime, ci convenne ruinare a valle, chiedendo difficili sforzi alle povere gambe gią strapazzate da tre giorni di viaggio faticoso. Il sole cominciava a scottare ed i faggeti li avevamo lasciati pił in alto. I ciottoli smossi dai nostri piedi rotolavano gił saltando e si perdevano e come loro ci bisognava scendere, scendere sempre, ansando e sudando. Addio l'idillio! Se il breve fiato ce lo avesse permesso, avremmo recitato i pił terribili versi della discesa dantesca in Malebolge, tutto di pietra e di color ferrigno.
      A mezza costa, in un pianerottolo dove per ironia c'era un po' d'erba e un po' d'acqua, sedemmo a mangiare un boccone, e poi gił di nuovo col sole in faccia e il cielo che pareva uno specchio d'acciaio. E, come piacque al destino, dopo un'ora di questa terribile via, ci trovammo gił in fondo, sotto Folcente, accanto ad una croce di pietra, in un poco d'ombra. Ci buttammo tutti sull'erba a respirare; anche la guida. La voluttą di un quarto d'ora di riposo ce l'eravamo guadagnata.
      Poi su di nuovo, verso Montioni, sudando sempre, ansando sempre. Non pił alberi, non pił erba, non un segno di vegetazione. Il terreno franoso, friabile, cenerognolo, non consente la vita nemmeno alla gramigna e tutto porta il marchio di una desolazione squallida, di una ariditą grigia da non invidiare il deserto.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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