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      Se la domanda fosse lecita, io chiederei a che cosa serve la filosofia ne' licei del regno? Probabilmente a seccare i ragazzi con un esame di più, mentre ne hanno già tanti. Dicono che è una ginnastica dell'intelligenza e che abitua a pensare: ma allora insegnate ne' licei anche il giuoco degli scacchi, che Aristotele v'aiuti! Che bisogno c'è di insegnare a quei poveri ragazzi tante corbellerie, come l'esistenza reale delle idee o il bello assoluto? E poi, domando se si può chiamar scienza quella che da mille professori è professata in mille diverse maniere, con sistemi e conclusioni diverse? Tanto fa insegnar la cabala del lotto per la quale ogni pettegola ha le sue teorie infallibili. È scienza quella? Che compassione!
      Anch'io ebbi al liceo un prete spretato che mi insegnò i sillogismi infallibili pei quali si dimostrava, anzi si toccava con mano l'esistenza di Dio. Dopo, ho sentito dire che un certo Emanuele Kant con altrettanti sillogismi aveva dimostrato il contrario. A chi credere? Nello stesso liceo m'insegnarono il gran teorema del quadrato dell'ipotenusa, che il professore chiamava il ponte degli asini. Ebbene, non ho mai trovato nessuno che abbia dubitato della dimostrazione, meno astrusa, meno superba di quella dell'esistenza di Dio, ma più certa ed insegnata da un onest'uomo che non era mai stato prete. Il professore di greco mi faceva spiegare quel benedettissimo Senofonte e dopo ho trovato che tutti lo spiegano alla stessa maniera, ma ho trovato che tutti poi avevano idee diverse da quelle dell'ex-prete filosofo.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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