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      Basta che tornai capitano e mi trovai solo. Anche lo zio, l'unico parente che portasse il mio nome, era morto proprio il giorno dopo alla battaglia di Sadowa. Tornai con un permesso di sei mesi per guarire la lussazione che avevo riportata a Custoza, ma in veritą la lussazione pił grave l'avevo dentro.
      Ricorderete tutti i terribili disinganni che ci colpirono allora; i disinganni della guerra e quelli della pace successiva. Ma per noi militari, l'amarezza era pił grave. Ci pareva di esser responsabili verso alla nazione dell'accaduto e, a tutti i dolori, si aggiungeva un penoso sentimento quasi di vergogna immeritata, che ci faceva sospettare un accusatore in ogni conoscente che rivedevamo. Io poi, che tornavo con una volgare lussazione gią mezzo guarita! Altri almeno poteva mostrare con orgoglio le cicatrici del proprio dovere; io ritornavo a casa ingrassato!
      E la mia casa era deserta! La custodiva solo il portinaio che non conoscevo e, passando per quelle ampie sale silenziose, non sentivo altro che il rumore de' miei passi, di cui si meravigliavano i ritratti dei vecchi di casa, i quali mi seguivano con gli occhi come se fossi un estraneo. Finii presto le faccende che avevo da mettere in regola col notaio e mi trovai con la bella prospettiva di cinque mesi di noia futura. Che fare?
      Nel rovistare le carte della successione, avevo trovato alcune lettere di don Paterniano, nelle quali comunicava al mio povero zio la sua promozione a superiore del convento di Monte Stella vicino a X***. Infatti il mio antico pedagogo si era fatto frate camaldolese e si chiamava ora padre Romualdo.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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