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      Il padre brontolò sottovoce alcuni spropositi grossi, poi gridò che la introducessero in chiesa a far l'esame di coscienza, che tra poco sarebbe venuto.
      Tornò a spropositare. Erano ore quelle da venire a romper le tasche a un povero servo di Dio? Benedette donne, che fanno i peccatacci e seccano la gente a tutte l'ore per farseli perdonare! E via di questo passo. Io ebbi un'idea luminosa e gli dissi: - Vuoi che vada io? - Prima credette che scherzassi, ma dopo che gli ebbi mesciuto un bicchiere di Capri traditore, cominciò a ridere della burla e finì col consentirmelo, facendomi fare i più terribili giuramenti di segreto. Gli sturai un'altra bottiglia e uscii.
      In parola d'onore, ero meno commosso a Milazzo quando sentii a fischiare le palle la prima volta. Si ha un bell'essere capitano di cavalleria, ma l'idea di confessare una signora, che sapevo giovane e bella, mi faceva un certo effetto.
      Passai dalla sagrestia e mi misi la cotta e la stola, tirandomi il cappuccio bianco più avanti che mi fosse possibile. Ero sicuro di non trovare in chiesa altro che la mia penitente; ero certo di farla franca, ma insomma un po' di tremarella l'avevo.
      La chiesa era scura scura, poichè i piccoli lumicini che ardevano davanti agli altari non rompevano le tenebre. Un odore d'incenso, d'umidità fresca e di fiori empiva ogni cosa e, nel silenzio profondo e solenne, sentivo il rumore dei miei sandali e mi veniva quasi la voglia di camminare in punta di piedi. Tuttavia, curvo e con le mani immerse nelle larghe maniche, mi diressi al confessionale.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





Dio Capri Milazzo