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      Poichè la scienza è una bella cosa! Dopo la toma fatta a rigore di matematica, verrà la medicina a dirvi in quanti giorni guarirete dalle scorticature, salvo complicazioni e, se non siete consolati e contenti, peggio per voi!
      Per fortuna nostra, nè la matematica nè la medicina ebbero occasione di consolarci, quando nell'agosto passato, in lieta compagnia, salimmo il Moncenisio. Non si dice che tutti percorressero tutta l'ardua e lunga via, montati in sella. A pochi fu dato; ma tutti però salimmo ammirati della terribilità dell'alpe che s'impone agli occhi ed all'anima colla maestà del gigantesco. Quando dall'altezza vertiginosa si vede giù nella valle verde l'abbazia della Novalesa piccina come un punto ed in faccia il Rocciamelone ronchioso, ferrugigno e colla schiena sterminata ravvolta tra le nubi, si sente la piccolezza dell'uomo e l'enormità della natura. Si prova come un senso di rispetto, si parla basso come in chiesa e si capisce perchè i barbari, nel terrore della incompresa immensità, temessero l'ira degli Dei e li adorassero nella solitudine tremenda dell'alpe.
      Ma, lungo l'erta formidabile, la natura anche sorride. Sui margini della via è una festa di fiori che aspettano il sole, velato dalla nebbia pesante. I fiorellini dei myosotis e le campanule delle genziane hanno l'azzurro delicato che il cielo ci nega e gli astri e i garofani selvatici colla gaiezza dei colori ci dicono che quassù non è poi tutto melanconia, e che presso le ire e i sospetti degli uomini fioriscono almeno gli amori delle piante.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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