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      Affaticata, esaurita oramai, da vani tentativi e ricerche di riposo felice, saltò per cento anni dal giacobinismo all'assolutismo, dal potere personale ai plebisciti, dalle pacifiche finzioni costituzionali alle bellicose teorie delle nazionalità e delle razze. Cercò requie nell'individualismo più crudele, spiegando il mondo colle formole della lotta per l'esistenza; poi vaneggiò nel collettivismo più ingenuo, esagerando le rosee promesse della cooperazione. E sempre cogli occhi al passato, sempre studiosa dei nemici di ieri, fu liberale perchè l'aristocrazia, vinta e spogliata, non lo era; compilò codici impersonali perchè prima la giustizia dipendeva dalla persona del giudice; promosse l'istruzione delle masse perchè i nobili e i preti avevano candidamente confessato che le plebi ignoranti erano meglio governabili e il regno dei cieli spettava ai poveri di spirito, e fu volterriana solo perchè il passato finse di credere, mascherando intanto con relitti di filosofie ottimiste, con orpelli di dottrine umanitarie, l'utilitarismo pratico del reggimento suo e l'egoismo cieco de' suoi. E in questa guerra assidua contro i possenti di ieri, non solo chiuse gli occhi ai pericoli del domani, ma fu costretta a chiedere aiuto al numero e forza alle masse. Armò di idee, di istruzione e di diritti le plebi per farsene un baluardo contro la reazione aristocratica e cattolica; aprì gli occhi agli umili, ai pazienti, ai sofferenti, perchè seguissero grati la sua bandiera, chiudendosi solo in un pensiero, movendosi solo per una paura; il passato.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487