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      L'arte istessa, così possente a rappresentarci il dolore, che è positivo, non può rappresentarci la gioia che è negativa. Paragonate Dante che descrive gli strazi umani dell'Inferno, con Dante che descrive le gioie teologiche del Paradiso! Vanità sopra vanità, illusione sopra illusione, dolore sopra dolore, e l'umanità, giunta a questo punto di conoscimento del proprio destino, si chiederà se questa vita valga la pena di esser vissuta.
      Vedete l'amore, la più possente delle umane illusioni, da cui tutta l'arte dipende e che domina i nove decimi della nostra vita. Quanti sogni e quanti versi eterei ed ideali! Ma cercatelo, scrutatelo nelle sue midolle, e per etereo che vi appaia gli troverete sempre le radici nell'istinto sessuale. La natura c'inganna e ci induce a perpetuare la specie con l'esca di una soddisfazione dell'io. Chiedete ai più fervidi amanti che sarebbe del loro amore sa l'amata avesse vent'anni di più; tanto è vero che l'istinto solo ci muove! E colla soddisfazione dell'istinto, colla cessazione del dolore, del desiderio, ecco la sazietà, la disillusione, cui talora può succedere un sentimento di affezione amichevole, indotto dalla consuetudine, ma che non è più l'amore. "I miei lombi son pieni d'illusioni" confessò il salmista, ma la natura ci trae d'illusione in illusione per la maggiore moltiplicazione della specie, ci consiglia l'infedeltà, ci suggerisce romanzi sempre nuovi. Quante pagine sublimi inspirò l'amore contrastato, quanti Werther ignoti darebbero la vita per un bacio!


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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