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      È strana la tenacità con cui un popolo si chiuse, si abbarbicò sulla poca terra di questo deserto. Comacchio fu arsa parecchie volte, inondata, rovinata, ma gli abitatori tornarono, rialzarono le povere case, e risaliti sui loro agili battelli, ridomandarono alla natia laguna il vitto e la vita. Ma la gran madre laguna non ha ormai più alimento pei suoi figli e la rovina è imminente.
      Non è molto, il comune di Comacchio, unico, credo, in Italia, non riuscì a pagare i suoi pochi impiegati. Imaginare il resto!
      E si noti che non si tratta di una popolazione d'ignoranti o d'oziosi. Comacchio ha dato parecchi uomini illustri alla patria. De' sentimenti suoi è testimonio il celebre episodio della fuga di Garibaldi, quando il comacchiese Bonnet, a rischio della propria vita, salvò su queste sabbie l'Eroe, presso ad essere fucilato da un tenente austriaco qualunque e sepolto come un cane, senza un segno, sulla proda di un fosso, come Ciceruacchio e i suoi figli.
      E dell'operosità sono testimonio le ingegnose e faticose industrie della pesca, quando la pesca viveva in fiore. Nelle notti buie dell'autunno, al lume fantastico delle fiaccole, le fatiche di tutta l'annata avevano il compenso di parecchie centinaia di migliaia di quintali di pesce. E c'era lavoro per tutti; i bottai, i fabbricatori d'aceto, gli speditori, le donne cucinatrici e mille altri umili cooperatori della industria maggiore, Quasi l'intera città viveva della sua industriosa fatica e non può esser tempra di oziosi quella di un popolo che lotta ancora ostinatamente e duramente contro una decadenza impostagli dalla negligenza degli uomini e dalla inesorabilità della natura.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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