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      Le accarezzava cogli occhi snocciolando la corona e pensando al dispetto che proverebbe domani il Giudice Avena, quello che gli faceva il piacere di motivargli le sentenze. Che mortificazione, che bile pei colleghi, per gli avvocati, pel pubblico, per tutti! E ringraziava le imagini nella sincerità del suo cuore per aver fatto del bene a lui e del male agli altri!
      Finita la corona, spense ad uno ad uno i moccoli, quasi chiedendo scusa ai santi di gesso e andò in punta di piedi nella camera da letto. Zì Marù russava stertorosamente come per dispetto e Don Vencenzì si spogliò con precauzione per non destare il drago addormentato. Ma rimasto in camicia, non potè resistere ad un ultimo impeto di tripudio. Col candeliere nella sinistra, si piantò sulle gambuccie torte davanti allo specchio dell'armadio e sorrise beatamente alla sua imagine sciocca che gli rimandava un sorriso rimbambito, ma secondo lui, eroico. Si tirò il berretto da notte sull'orecchio destro, alla sgherra, contemplò soddisfatto il dondolìo del fiocchetto bianco e picchiando con gesto melodrammatico il palmo aperto sulla pancia piriforme, disse: La Giustizia sono io!!
      E spense il lume.
      Don Vencenzì, a quando in Cassazione?
      LIBRO SECONDO
      (POLEMICHE)
     
     
      PER UN SONETTOIll.mo Signor Giudice Istruttore
      presso il Regio Tribunale Civile e Penale diRavenna.
      Non ho l'onore di conoscere nemmeno il nome della S. V. Ill.ma, ma ciò non turba nell'animo mio la debita fiducia nella rigida imparzialità del mio Giudice.
      Scrivendo questa Memoria non consultai avvocato alcuno.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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