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      Sordida avidità di denaro, se il significato delle parole da un anno in qua non è cambiato, vuol dire avidità che non rifugge da sudici e non confessabili mezzi per estorcer denaro, o qualche cosa di simile. Ma il sonetto è qui e si può cercarvi colla lente dove mai il mio Vescovo contento del suo felice stato, o, se si vuole quel ch'io non volli, lo stesso Monsignor Cantagalli sia apertamente accusato non solo di avidità di denaro, ma di avidità sordida. Oboli, eredità ecc. Io toso intanto ecc. sono atti non solo legittimi, ma di necessaria e doverosa amministrazione a chi è preposto ad una Diocesi ed ha l'obbligo preciso di riscuoterne le rendite ordinarie e straordinarie. Si offenderebbe il Vescovo accusandolo invece di trascurare questo dovere suo! Ma che sordida, ma che avidità si va inventando e sognando? E come un Avvocato, se pure un Avvocato compilò quella bizzarria, può sostenere che si offende il Vescovo qualificandone in modo ingiurioso i seguaci, come se si ingiuriasse e dileggiasse l'impresario quando si fischiano i cori o l'amministratore, che non ne ha colpa, quando si vituperano le colpe degli amministrati? Nel modo più ingiurioso e dileggiante? Iperbole meditata e tendenziosa, perchè si può qualificare certo una collettività molto più gravemente di quel che si suppone abbia fatto io pel gregge faentino. «Inducendo per conseguenza l'idea che il Vescovo abusi della ingenuità e della imbecillità altrui!» Sembra di sognare! Ma supposto che io qualifichi di imbecille e di ingenuo il gregge, come se ne può trarre per logica conseguenza che il Vescovo ne abusi?


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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