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      «Non le nascondo che proprio a questo alludono i due versi: ma torno sempre lì».
      Il contrasto da me voluto ad arte sta, come si è visto, o come piuttosto l'illustre Avvocato ha travisto, nella contemporaneità delle due operazioni: il deridere gli affamati e il dissanguare il gregge.
      Si vide invece poco fa l'inverosimiglianza, anzi la ridicolezza del supporre che il Vescovo scegliesse proprio il momento degli ultimi torbidi per esercitare le forbici pastorali sulla lana del suo gregge; ma in ogni modo, presi così in genere ed astrattamente, i due concetti di deridere gli affamati e di dissanguare il gregge che l'illustre Avvocato mi attribuisce, non veggo contrastino tra loro. Il contrasto suppone che l'un termine escluda l'altro come il sì esclude il no, come il bianco esclude il nero. Ora, tra i due concetti suddetti dove si trova questa opposizione che è l'essenza del contrasto? Non sussistono insieme e contemporaneamente in un animo e in un uomo solo, secondo il mentre dell'illustre Avvocato? E allora dov'è il contrasto, e tanto più voluto ad arte, tra due concetti che non si contrastano? Ma se l'illustre Avvocato insiste nel sostenere che il contrasto c'è, che i due concetti sono tra loro repugnanti, allora se non lo conoscessi così abile nel trarsi facilmente d'impaccio, stimerei che si trovasse almeno imbrogliato a mostrare come due concetti, di cui uno esclude l'altro, possano albergare contemporaneamente nello stesso cervello e come mai il no ed il sì che si contrastano possano uscire nello stesso punto, nello stesso mentre, dalla stessa bocca.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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