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      Altrove forse ne riparleremo, ma qui, con molto più seria argomentazione che non sia quella del suo illustre Collega, egli mi opporrebbe: ma come vorrete negare l'intenzione offensiva e personale del sonetto quando nel vostro opuscolo difensivo quanto è lungo, ve la prendete personalmente contro Monsignor Cantagalli e a lui apertamente riferite il sonetto stesso?
      Dato e non concesso (sento l'illustre Avvocato Capretti che grida «egli ammette! Dunque habemus confitentem reum!)», dato e non concesso che tutto quell'opuscolo sia un attacco personale a Monsignor Cantagalli, resterà sempre da provare che il sonetto sia ingiurioso, poichè il sonetto soltanto è la materia della querela. L'opuscolo non fu incriminato.
      Certo che quel torturato opuscolo è personale, come il sonetto non era; lo ammetto. Ma non bisogna nemmeno dimenticare che tra il sonetto impersonale e l'opuscolo personalissimo c'è di mezzo una querela per ingiurie, intimata a me, nel mio domicilio. Non bisogna dimenticare che il querelante è Gioacchino del fu Agostino Cantagalli e il querelato Olindo del fu Angelo Guerrini, persone vive e non simboli astratti; e poichè il primo volle che fosse accusato, processato e condannato il secondo, mi meraviglio che altri si sorprenda delle personalità che possano essere nell'opuscolo scritto e divulgato dal querelato dopo la querela intimata a lui in persona. Ed ora, come mai le personalità dell'opuscolo potrebbero provare che anche il sonetto sia ad personam? Certo, e non l'ho mai negato, in quel sonetto sbozzai un tipo ameno al quale si possono adattare cento fisonomie tanto è largo e comprensivo.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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