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      Invitò i Parrochi a raccogliere offerte pei caduti d'Africa e disse una messa, speriamo gratuita, pel povero Capitano Carchidio. Ah sì, egli è veramente il restauratore di Faenza e del suo Episcopio! - 5°. Che resta poi sempre da provare che nel sonetto sia personificato Mons. Cantagalli, il che nego; e, nella peggiore ipotesi, che nel sonetto si contengano ingiurie a Lui dirette, il che torno a negare.
      E per finire questo esame dell'ultimo terzetto il quale non è conclusione di quello che precede, ma del sonetto intero, ripeto che, se v'ha ingiuria, che non credo, essa è rivolta al gregge che non se ne querela, e non al Pastore simbolico. Dato pure che le persone componenti il gregge siano persone vili, abiette ed imbecilli (il che non dissi io, ma la Parte Civile) non ne consegue punto che io abbia accusato il Pastore di abusarne, di dissanguarle, di sfruttarle. Non una parola, non un accenno a questo. Io dissi tosare, azione utile ma legittima e non odiosa, sia essa esercitata sopra un gregge nobilissimo o vilissimo e vocabolo non ingiurioso e non contumelioso, sia preso in se stesso, sia riferito al mio Vescovo. Non accusai punto il Pastore, chiunque egli sia, di avidità, di ignobili sentimenti, di loschi affari, di azioni degne di Nerone o di Caligola. Io dissi soltanto che il mio simbolico e non personificato Pastore tosa il suo gregge, cioè percepisce le contribuzioni che il gregge stesso gli paga, sia sotto la forma ordinaria della Mensa, sia sotto quella straordinaria degli «Oboli, eredità, feste, novene, ecc.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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