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      C'è contraddizione. Si mettano d'accordo.
      Ma subito! La presenza di Monsignore, le risposte che egli avrebbe dato, avrebbero provato appunto che il sonetto è impersonale e non offensivo. Dove c'è contraddizione? Ma la convinzione del Tribunale era già fatta e manifestata. Era inutile l'insistere.
      E l'Avv. Nasi non rifece la dimostrazione della ingiuriosità del sonetto. Da questo ingrato compito lo avevano liberato l'illustre Avvocato Capretti ed il Pubblico Ministero, come s'è visto; solo insistè sulla riferibilità del sonetto a Monsignor di Faenza. E lo dimostrava colle mie stesse parole:
      «Quando mi giunse la lettera di un amico... e la lettera mi diceva che celebrandosi un centenario di S. Pier Damiano e non so che Giubileo di Monsignore, il Lamone avrebbe stampato un numero a posta e mi si chiedeva qualche verso adatto alla circostanza. Del Lamone non avevo mai visto un numero. Sapevo però delle sue baruffe con Monsignore, il quale aveva fatto bandire dagli altari ed affiggere, credo, ai muri la scomunica pel giornale e per chi lo leggesse... e non vedevo gran male che il giornale prendesse un po' in giro Chi, a torto o a ragione, lo aveva così danneggiato nella reputazione e nell'interesse... Me ne informai... Tra i vari gravami che gli si facevano, anche da preti, due mi parvero provati... Vennero nuove sollecitazioni e mi lasciai andare a buttar giù il sonetto incriminato...»
      Ma, andiamo! diceva l'Avv. Nasi. Come e con che serietà potreste negare che avete scritto per un numero a posta, destinato a prendere in giro il Vescovo e dietro richieste informazioni?


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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