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      Il Leopardi stesso del resto ha giudicato, accettando poche terzine dopo molte correzioni: dato sempre che il Leopardi abbia corretto e non dato che altri abbia scorretto il Leopardi. Se il povero poeta vivesse ancora e il signor Giovannino Volta gli avesse voluto fare un tiro da galera, non poteva forse fargliene uno peggiore che pubblicando questo imparaticcio che fa a pugni con tutte le convinzioni filosofiche e con tutta l'arte squisita del recanatese.
      Per questa sconciatura e per la prefazione, della quale non dico nulla temendo che si possa sospettare qualche impossibile antipatia in me contro l'egregio nipote dell'inventore della pila, fu incomodata una illustre accademia milanese, si fecero suonare le trombe tutte dei giornali ed il monte ha partorito. Dico, e torno a dire sconciatura, l'avesse fatta anche il Padre eterno; poichè in fin dei conti se la critica deve usare delle ipocrisie, può andare al Gesù, ma non caverà un ragno da un buco. So bene che si troveranno anche i giornali di manica larga che loderanno senza aver letto, ma so bene che la coscienza ripugna a lodare quel che appare brutto e sbagliato.
      Giacomo Leopardi è troppo grande poeta e troppo in alto perchè questa bambinata possa mai scemargli una dramma della nostra ammirazione. Non guastano il grand'uomo gli schizzi di meconio che la balia gli trovò nelle fasce; noi lo rispettiamo e lo amiamo lo stesso. Altrettanto però non possiamo certo fare pei nipoti dei grandi che fanno tanto fracasso per tali piccinerie.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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