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      Così il Ranieri diede fuori il suo libro: Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi, libro più che mai necessario alla completa biografia dell'infelice poeta.
      Anche il Ranieri fu sforzato alla relazione minuta delle debolezze e delle aberrazioni di un malato; relazione tanto più utile in quanto riguarda il momento più inesplorato della vita del Leopardi, gli anni in cui l'ingegno suo era giunto a quella fredda esaltazione, a quella disperazione scettica da cui scaturirono i Pensieri e la Ginestra. Questo libro diventa così indispensabile a chi vuol parlare del Leopardi.
      In quelle minuzie, in quegli aneddoti umili, c'è tuttavia quel che oggi si chiama interesse, e quando si giunge all'ultima pagina si trova che il libro è troppo breve. Qualche tensione lirica, qualche esagerazione di sentimentalismo romantico passano inosservate sotto al sentimento profondo dell'amicizia che si sacrifica, accanto alla forte e modesta carità di Paolina Ranieri che sembra aver ispirato tutto il libro. Infine il lettore giunge a dolersi che il Ranieri non sia stato il compagno di tutta la vita del Leopardi e che non ce l'abbia potuta narrar tutta, giorno per giorno, dalla nascita alla morte.
      Il mistero delicatamente accennato nel settimo paragrafo, e che non è ormai più mistero per coloro che hanno sentito parlare del Leopardi da persone che lo conobbero, spiega molte cose oscure, molte debolezze, molti dolori del grand'uomo. Ma se il Ranieri qui ha parlato, ha poi taciuto affatto alla domanda, che, si può dire, l'Italia intera gli rivolge.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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