Pagina (462/487)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Si aspettò febbrilmente. Non pareva vero che alfine si potesse sapere qualche cosa di certo sopra gli ultimi giorni del poeta rimasti sempre un po' in nube, sopra gli ultimi suoi lavori che si credevano sottratti alla legittima e santa curiosità nostra. Il libro uscì, ma fu una delusione.
      Il Ranieri faceva la propria apologia come se fosse stato assalito, e la faceva in modo che pareva recare a colpa del defunto amico gli assalti immaginari dei quali si doleva. Il carattere del Leopardi vi era dipinto con colori men che favorevoli, e si dichiarava alto e fieramente che il poeta nelle sue ultime lettere era stato ingrato verso chi lo aveva mantenuto in tutto e per tutto con amichevole disinteresse e non lieve sacrificio. Risultava da quel libro che la moralità del poeta non era completa, che era sudicio, geloso, cattivo, ingrato e, più di tutto, che si era lasciato assolutamente e completamente mantenere senza dir nemmeno grazie.
      Il buon pubblico non seppe che dire. Gli si guastava la bella immagine del sublime tribolato che filosofò così malinconicamente sul dolore e incarnò in sè la tendenza pessimista del secolo. Gli si sciupava il poeta migliore di cui potesse forse gloriarsi l'Italia in quel secolo. Gli si buttava alle fogne un ideale quasi santo, una memoria venerata. Traspariva, è vero, dalla tronfiezza apocalittica, dalla evidente artificiosità romantica del libro, un non so che di esagerazione retorica facile a mettere in sospetto, se non la veridicità, almeno l'esattezza dello scrittore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





Ranieri Leopardi Italia