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      Ma come negar fede al Ranieri, all'ultimo amico di Giacomo, al confidente della sua ora estrema? Si chinò il capo sotto ad una disillusione di più.
      Ma ecco il libro del Piergili, dove con documenti autentici si convince di errore il Ranieri in una delle sue più gravi affermazioni. Il Leopardi non fu mantenuto, almeno in tutto, dall'amico. Riceveva regolarmente dalla famiglia un assegno tenue sì, ma non minimo in quei tempi e a Napoli dove si viveva con poco. Nell'ultima sua malattia ricevette quaranta scudi, più che dugento lire, il cui valore era, allora e là, il triplo di quel d'ora. E di più le cambiali sono tutte scritte di mano del Ranieri; la sola firma è di Giacomo.
      Questo errore in cosa tanto grave toglie fede a tutto il libro che pareva scritto apposta per farlo credere al pubblico. Se il Ranieri errò in quell'affermazione che si può dire la principale del suo volume, ed invece egli stesso aveva avuto parte così grande negli atti che nega, si dovrà credere al resto? L'utilità maggiore ed incontestabile del libro del Piergili sta appunto in questo. Un errore così grave, così pregiudicevole alla fama di Giacomo e venuto da persona tanto autorevole, stava per acquistare certezza di verità nella biografia del poeta e il Piergili ha fatto opera buona e bella provvedendo. Non importano le varianti ortografiche tra due edizioni delle cose del Leopardi, inserite per crescere la mole del volume: importa invece assaissimo l'acquisto di un vero oramai non più discutibile, e per questo ben venga il libro.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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