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      Ma lo stesso accade nel cervello di un ragioniere, di un droghiere, di un arrotino. Quando i cervelli di questi ultimi hanno lavorato parecchio, non c'è caso che l'iperemia si manifesti anche in loro? E potremo dunque ragionare allo stesso modo e dire: l'iperemia cerebrale è spesso comune ai droghieri ed ai matti; dunque spesso i droghieri sono matti?
      E ritornando a bomba, chieggo dunque in via di schiarimento se siamo così sicuri della fisiologia del cervello da poter sentenziare recisamente e tenere come anomalie quelle che forse non sono che le funzioni necessarie del lavoro?
      Ma l'egregio professore mi dice: Noi non sentenziamo colla scorta di un sintomo solo, ma dietro un complesso di sintomi. Voi ragionate come un gobbo che dallo avere ciascuna delle vertebre sue perfettamente uguali a quelle dell'uomo dritto ne volesse concludere di non esser torto di schiena.
      Ma no, egregio professore. Non so bene se una spina torta possa aver tutte le sue vertebre normali; ma io non sono scienziato e me ne rimetto a lei. Gli è invece nel complesso suo che non vediamo questa psichiatria, scienza così positiva e provata come ci vorrebbero far credere.
      Non ho paura delle novità perchè non sono ancor vecchio: ma ho paura degli errori. Ho detto che i fatti citati sono spesso controversi e qualche volta errati. Ella mi dice di averli desunti dal Reveillé-Parise, autorevolissimo, e che io me la prenda con lui. Veramente l'additare chi ci trasse in errore non è provare che non si errò; ma prendiamocela pure col Reveillé-Parise.


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Brani di vita
di Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti)
Zanichelli Bologna
1908 pagine 487

   





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