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      Mi persuado che l'avere perduto le grandezze che tu avevi con la Chiesa, così per conto dell'uficio di Romagna, come di essere presso al papa, ti abbino dato poca molestia, e che per conto loro ti bisogni poca consolazione: non perché non fussino di quella importanza e degnità che io ho detto di sopra, ma perché io non ti cognosco sì imprudente né sì poco consideratore delle cose del mondo, che tu medesimo non le tenessi come cose aliene, e come cose che a ogni ora ti potessino essere tolte o caderti. Una mutazione della volontà del papa, che benché tu paressi bene appiccato, poteva pure nascere per varietà della natura sua, per le mutazione di corte, per molti altri accidenti, ti poteva ogni ora tôrre tutto quello luogo; al più lungo la morte sua te ne privava, la quale tu sapevi che poteva nascere a ogni momento. Avevi provata la morte di Leone nel maggiore corso delle prosperità e vittorie sue. tempo che tu pensavi sentire qualche frutto de' molti travagli che avevi durati per lui quella state; e se quella fu improvisa ed immatura, sapevi potere accadere el medesimo a questo altro. Però se bene tu desideravi che la vita sua ed el buono essere che tu avevi seco si allungassi el più che fussi possibile, nondimeno poi che tu sapevi non avere a perpetuarsi e potere perdere questo grado facilmente ed a ogni ora, e non venire però a perdere le cose tue proprie e naturali ma accidentali e molto estrinseche, sono certissimo non essere questo quello che ti cruccia e ti affligge, e che se tu non avessi perduto altro, che in pochissimi dì anzi in pochissime ore aresti dimenticato tutto questo danno.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





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