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      Ma è bene degno di laude e molto pietoso el dispiacere che tu senti che le cose del papa abbino avuto fine sì miserabile, e che come tu m'hai detto molte volte, non ti truovi mai in sì allegro ragionamento e pensiero, che rappresentandotisi la memoria della sua prigione, non si interrompa e si converta in somma mestizia, non per la considerazione de' danni tuoi, ma della sua sì lacrimosa infelicità. Nondimanco questo solo non ti terrebbe in quello grande e continuo dispiacere che tu hai, né arebbe bisogno della consolazione mia né di altri; perché non toccando principalmente te, piglierebbe alla fine presto luogo, e col corso di poche settimane invecchierebbe questo dolore; perché dove el dispiacere nasce solo dalla compassione o dalla affezione di chi si duole, né ha fondamento di interesse o di cagione che ogni dì ti gravi o si faccia risentire, si viene facilmente scancellando da se medesimo. E però dico di nuovo che da altro nasce el punto del tuo dolore, che da essere privato di quelle cose le quali sapevi che erano aliene, non potevano essere perpetue, ed el tempo del perderle poteva nascere a ogni ora.
      Consiste adunche el fondamento del dispiacere tuo dalla infamia ed odio che ti pare avere contratto apresso a' tuoi cittadini, e da essere ridotto in grado inferiore di gran lunga, non dico a quello che agli anni passati avevi avuto, ma a quello che hanno e' pari tuoi nella patria tua; perché ti senti percosso in quello tesoro che stimavi quanto la vita, in quelle cose che ti pareva che fussino proprie tue e dovessino essere perpetue.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
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