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      Considera che se gli onori tanti che tu hai avuti non fussino concorsi in dieci o dodici anni, come sono, ma t'avessino accompagnato per tutta la vita, che non si potrebbe dire che tu non fussi vivuto molto onorato e felice, e poi fai el conto se l'avergli avuto più presto, ed essersi accumulato l'uno sopra l'altro, è stata infelicità o felicità. Dirai certo, né potrai dire altrimenti, che è stata somma felicità, né potersi dire che siano finiti presto, ma che siano venuti presto quegli che ti sarebbe parso assai se fussino venuti tardi: sarebbe come se uno operaio che ha in tutto uno dì a fare una opera, si lamentassi d'averla finita a mezzodì, e che gli avanzassi vacuo el resto del dì, come uno mercatante che desiderassi guadagnare in trenta anni verbigrazia trentamila ducati, e la buona sorte gli dessi che gli guadagnassi in dieci.
      Però a me pare che né le infamie avute a torto ti debbino cruciare, perché trovandoti innocentissimo manca quella cagione che era la principale a arrecarti dolore, e perché secondo la natura delle cose tu hai a tenere per certo che la si purgherà presto, e resterai in quello concetto di integrità e virtù che meritano le opere ed azioni tue. Manco ti debbe dare affanno l'avere consigliato la guerra che ha avuto cattivo successo, perché oltre che per la liberazione del re la era deliberata sanza el consiglio tuo, se fussi stato errore sarebbe stato di giudicio e non di voluntà: ma el consiglio secondo la occorrenzia delle cose fu buono, né el consultare è obligato agli effetti; e massime che anche in questi tu hai per la parte tua fatto tanto, che se gli altri avessino fatto el simile, non sarebbono le cose dove sono.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130