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      Quante castella e terre vostre sono state saccheggiate con maggiore crudeltà che non arebbono fatto gli inimici!
      Io vi priego, popolo, che udiate pazientemente, e che udendo tante indegnità, tante iniquità, tanti vostri danni, non vi concitiate a furore, non lapidiate questo morbo: contentiatevi, poi che la cosa è qui, che sia gastigato da' giudici; perché se bene sarebbe stato forse più utile e più secondo la degnità di questa città e più terrore degli altri, innanzi che fussi accusato averlo a furore di popolo esterminato, averlo abbruciato in casa, averlo per eterna memoria tagliato a pezzi in sulle porte di questo palazzo, la autorità del quale ha violato in tanti modi; quivi a' piedi di quella Iudith, acciò che uno medesimo luogo fussi memoria dell'onore di chi ha conservato la patria, e del supplicio di chi l'ha oppressa; pure ora che la causa è introdotta, che el caso è in giudicio, sarebbe forse di malo esempio amazzarlo: mentre dice la causa, mentre che è innanzi a' giudici, lasciate vi prego correre el giudicio. Avete giudici uomini prudenti, uomini virili, integri, amatori quanto si può della nostra libertà: non possono errare per non cognoscere quanto importi questa condannazione; non sono per temere minacci vani, non per lasciarsi corrompere a' prieghi o altri mezzi; sanno la vostra voluntà; non è pericolo che la giustizia sia violata, non che della salute commune sia tenuto poco conto, non finalmente che se a loro non è mancato chi accusi, che se a me non manca materia di accusare, che a voi ed alla republica manchino giudici.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





Iudith