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      Direno che sia avarizia? Ci è in compagnia tanti esempli di lussuria e di crudeltà, ci è il sacrilegio, perché non manco sono andate a bottino le chiese ed e' luoghi pii che e' profani. Direno che sia uno peccato che abbia tre teste come dicono e' poeti di Cerbero, lussuria avarizia e crudeltà? Ci è congiunto el tradimento: saccheggiato sì impiamente, sì sceleratamente tutto el nostro paese, assassinato tanti nostri cittadini con quella autorità, con quelle arme che t'avevano confidato per sua difesa. Direno che sia parricidio? Oh, e' non è stata offesa la patria sola, ma el publico, el privato, e' sudditi, gli amici, e' vicini. Non ci è nome che basti, non Demostene, non Cicerone lo saprebbono fabricare; è uno peccato che ha più capi che l'Idra, uno morbo, una fiamma, uno fuoco, uno inferno; è uno peccato che non cento mannaie, non cento forche, non tutte le pene insieme che si possono dare agli altri peccati, sarebbono bastanti a punirlo. E tu ancora ardisci difenderti, ancora procuri la assoluzione? Quanto meglio faresti, quanto saresti più laudato a rimuoverti dal giudicio, a non comparire più qua, a non rinnovare ogni dì tante acerbe piaghe, a tôrti da te medesimo la sentenzia: mostrerresti pure non essere acciecato totalmente, d'avere ancora qualche vestigio di vergogna, d'avere qualche stimulo di conscienzia, e dove non puoi diminuire la pena, non cercheresti di accrescere più la indignazione, non di concitare più lo odio.
      Perché io ti domando: con che speranza vieni tu a difenderti, in che confidi?


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





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