Pagina (49/130)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Tutte queste cose adunche tanto utile, tanto grande, tanto onorevole ha perduto messer Francesco per la ruina de' Medici; tutte e forse maggiore spererebbe recuperare per la esaltazione loro; ma mentre che stanno depressi, come desiderano tutti buoni, è restato sanza guadagni, sanza potenzia, sanza autorità, fuora della memoria ed esistimazione de' prìncipi, e qui pari a tutti voi a chi gli pareva potere comandare, ed a molti de' quali si sarebbe quasi sdegnato di parlare. E dove soleva dominare a nobile e magnifiche città, dove negli eserciti era obedito da' principali signori e gentiluomini d'Italia, dove già undici anni è stata la casa, la vita, la spesa e la corte sua non da privato ma da principe, ora gli sono mancati e' guadagni, gli è mancata la autorità, sta sottoposto alle legge ed alla esistimazione degli uomini, e bisogna ancora che aspro gli paia che viva in casa e fuora in dimostrazione ed in effetti così privatamente, così abiettamente come fa ciascuno di noi.
      Non crediate, giudici, che quelle città che lui ha governato siano povere e debole come sono quelle del vostro dominio; non crediate che chi le governa per la Chiesa vi stia con poca corte, con poco braccio o con la autorità limitata come stanno e' vostri rettori; e' quali per avere poco salario, per vivere obligati alle legge vostre, per avere vicina la città dove e' sudditi ogni di hanno ricorso, si può quasi dire che in fatti ed in apparenzia siano poco meglio che privati. Ma immaginatevi città grande, abundanti, ricche, piene di nobilità, piene di conti e di baroni, dove e' governatori hanno gli emolumenti ordinari ed estraordinari grandissimi, dove hanno la autorità molto maggiore: non sottoposta a legge o regola alcuna, è tutta in arbitrio loro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





Francesco Medici Italia Chiesa