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      Non ti voleva già qua per niente: non per adoperarti nelle cose della Chiesa e del papato, ma per ministro a mantenere la sua potenzia, per uno in chi potessi riposare e' segreti della tirannide. Si sa bene el fondamento che faceva di te; sono penetrati benché fussino occulte gli ordini delle intelligenzie che s'avevano a fare; sàssi bene el disegno che aveva di fare parentado teco; e se non ti fermasti non fu perché quello che io ho detto non sia vero, ma perché succedendo la guerra ti volle adoperare in quello che importava più allo stato suo. Poi la morte del papa ed altri accidenti ed in ultimo la elezione sua al papato variorono tutti questi pensieri. Ma dimmi più oltre, nella stanza tua di Roma non intendevi tu e non maneggiavi tu le faccende di Firenze come quelle di fuora? Perché quivi non si deliberava niente di importanza, ma tutto si riferiva a Roma, e di quivi veniva la legge in ogni cosa benché minima. Dunche come puoi tu negare che el papa non abbia con -fidato in te così intrinsicamente delle cose di Firenze come di quelle di fuora? E come possiamo noi credere che avendoti lui maneggiato tanti anni in faccende sì grandi ed in tanto diverse, che non abbia avuto mille volte occasione e facultà di cognoscerti insino alle piante de' piedi, e che t'abbia eletto per instrumento confidantissimo alla tirannide, perché con mille paragoni t'ha cognosciuto e veduto tale?
      Ma vegnano finalmente a quello che abbiamo veduto tutti noi, che ha per testimonio tutta questa città, a quello che allora guardamo con gli occhi pieni di lacrime, con l'animo pieno di desperazione, ora ce ne ricordiamo con inestimabile desiderio di vendetta.


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Consolatoria, Accusatoria, Defensoria
di Francesco Guicciardini
pagine 130

   





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